In occasione del recente viaggio in Georgia ( a breve sarà pronto anche il filmato ) abbiamo avuto l’occasione di provare, grazie alla squisita disponibilità di Ermanno e Luca, un prodotto finalmente made in Italy e espressamente studiato per noi cicloviaggiatori.
Riporto in calce le caratteristiche prima di passare alle nostre impressioni e la prova su strada.
Tubi Dedacciai triple butted serie zero / zerouno.
Headset serie sterzo full spead ahead fsa custom personalizzato.
Forcella con congiunzione in tubi Reynolds. (Lo spazio ruota risulta compatibile fino a coperture da 2.5 pollici.) Dato che la bici è altamente customizzabile a richiesta viene fornita una forcella in carbonio oppure ammortizzata.
Forcellini scorrevoli studiati e realizzati da erman.bike . Un po lo stesso concetto che si trova sulla Salsa con il dropout alternator e sulla Specialized Awol e che consentono di allungare o accorciare il passo della bici.
Montaggi disponibili 1×11 con manubrio Jones H-Bar e cambio Sram gx o in alternativa 2×10 con manubrio Salsa Woodchipper e leve Sram Apex cambio X7 ant+post.
Freni avid BB7 a disco meccanici.
Sella Brooks cambium c17.
Pedali Shimano PD M324 a doppia funzione
Misure disponibili M,L,XL. Anche in questo caso le misure a richiesta possono essere custum !
Colorazione su richiesta.
Per Marco, il mio compagno di viaggio, era la prima volta che utilizzava una niner. Era abituato a viaggiare con una 26 attrezzata con classiche borse Ortlieb o ad allenarsi su una bdc purissima. Fidandosi dei miei suggerimenti, e in previsioni di nuovi viaggi con un mezzo più attuale, ha accettato con slancio l’idea di fare da tester.
La Mondo in prova era montata con sram 1×11 e manubrio Jones H-Bar. Quanto al telaio direi impeccabile: estremamente curato e rifinito, in linea con la grande tradizione dei telaisti italiani più blasonati. Montaggio ineccepibile tutto con componenti di alta gamma.
Si nota subito la vocazione da bikepacker della Mondo. Il prototipo da noi provato era infatti predisposto per il portapacchi con un foro nel forcellino, ma probabilmente non ne era stata testata la corretta posizione.Al momento del ritiro della bici Luca ha infatti montato un portapacchi di nostra proprietà che però, errore mio, fu provato senza montare le borse. Il risultato era che queste, durante il viaggio, andavano montate abbastanza arretrate per non interferire con il tallone in fase di richiamo. Sarebbe bastato montare un Tubus per freni a disco, magari con l’apposita prolunga, e le borse avrebbero potuto essere posizionate in modo più corretto e più centrate. Direi l’unico difetto da noi riscontrato ma che è rimediabile facilmente nei modelli che andranno in produzione. Ciononostante la bici è rimasta perfettamente bilanciata e non ha dato minimamente segni di sbandamento anche nelle discese più tecniche e carogne. Una gradevole sorpresa anche se non propio del tutto inaspettata.
Le geometrie infatti ricalcano molto da vicino quelle della sue “titanica ” gemella americana, con la quale sono arrivato al mio quindicesimo viaggio, e che fa di questa caratteristica una delle sue grandi doti. Bikepacking, borse o completamente scarica per lei fa lo stesso. Quello in cui non si somigliano davvero è il prezzo, ma si sa, il titanio paga dazio. L’angolo dello sterzo risulta un po più aperto della Fargo (70°) che da anche una maggior stabilità nelle lunghe percorrenze con carico
Il percorso Georgiano era prevalentemente asfaltato con alcuni tratti di strada bianca che alla verifica dei fatti si sono dimostrati assai più severi del previsto.
In questo siamo stati un po’ penalizzati dalle coperture da noi montate, delle shwalbe maraton plus da 32 millimetri, che nelle discese tecniche ci hanno fatto vedere i sorci verdi e stressato non poco l’impianto frenante, il telaio, gli avambracci e inevitabilmente il fondoschiena.
Abbiamo avuto modo di scambiarci le bici per lunghi tratti.
Io sono abituato al drop bar woodchipper della Salsa e il Jones personalmente non mi ha fatto impazzire. Marco invece lo ha subito amato, giusto per confermare che alcune scelte sono assolutamente personali e vanno provate.
Era per me anche la prima volta che provavo la trasmissione 1×11 che mi ha decisamente convinto, salvo forse che alcune volte in piano, sui tratti veloci, dove stentavo a trovare il rapporto corretto. In salita invece non ho mai rimpianto il mio sram 2×10.
Utili i pedali a doppia funzione. Molta gente li detesta e li trova inutili ma a me personalmente, nelle discese su strada bianca o singletrack, sono piaciuti. Poter scendere col piede svincolato in caso di caduta mi da maggior sicurezza.
Tolta la posizione in sella data da Jones non avvertivo differenze significative con la mia Fargo. Decisamente un bel prodotto.
Come ogni prodotto artigianale è difficile restare in costi da grande industria ma il solo telaio, considerando la possibilità custum, a 900 Euro mi pare più che ragionevole.
Vista la difficoltà, per non dire quasi impossibilità, di trovare una Fargo mi sembra un’ottima alternativa. Per quanto ne so Marco dopo il viaggio pare intenzionato a mettersela nella sua personale scuderia di bici 🙂
..grazie Sergio..riletto con attenzione.