Come organizzarsi per un cicloviaggio

Recentemente sono stato contattato da varie persone che mi hanno chiesto suggerimenti o idee su come viaggiare e su come attrezzare la bici per un viaggio. Sinceramente non mi ero reso conto di quante differenti possibilità esistano , e di quante cose bisogna tenere in considerazione, fintanto che non ho cominciato a scriverne. In quarant’anni di viaggi ho usato con bici differenti e con una lunga serie di set up che, nel tempo, sono via via cambiati , migliorati e si sono diversificati.

In genere mi viene semplice scegliere cosa fare e cosa portarmi dietro. Ho un garage pieno di materiale come tende, sacchi a pelo, borse, forcelle ,ruote, pneumatici, appendici, portapacchi e via discorrendo. Una volta stabilito il viaggio nel suo complesso preparo il tutto . Detto cosi sembra semplice ma è il frutto di una selezione e delle esperienze che si sono accumulate girando per oltre 50 paesi durante quattro decadi e anche del buon senso comune oltre a quanto ho appreso sbirciando leggendo e consultandomi con altri amici cicloviaggiatori.

Aggiungo che quanto sotto riportato non è il verbo e nemmeno ha la pretesa di essere valido per tutti. E’ solo quello che , quasi in automatico, io faccio una volta stabilita la durata del viaggio, il tipo di tragitto, il paese la stagione e tutti gli aspetti che ritengo dover valutare.

Nessun viaggio, nella mia esperienza è stato identico ad un altro, tranne che per la scelta generica di farlo in bici, visto che anche queste negli anni si sono susseguite numerose.

Di seguito le considerazioni che determinano volta per volta il mio personale set-up

  1. solo o in compagnia?
  2. Strada bianca? Asfalto? Misto?. In quest’ultimo caso che percentuale di misto?
  3. Viaggio breve ( diciamo dieci giorni) o più impegnativo ( tipo un mese o piu)?
  4. prevedo di dormire in tenda o presso alloggi ?
  5. Se penso di appoggiarmi a delle strutture devo tenere conto della possibilità saltuaria della tenda?
  6. Conto di essere auto-sufficiente nel prepararmi il cibo ? In questo caso è una necessità imperativa o posso decidere altrimenti lungo il percorso? E’ possibile rifornirsi con facilità di cibo lungo il percorso ?
  7. Che paese/i intendo attraversare? Ovvero :-paese fortemente civilizzato?

    -posso contare sulla possibilità di trovare ricambi?

    -In questo caso sono compatibili con la mia bici? Ricordo come semplice esempio che non sempre si trovano camere d’aria con valvola schroeder e che in genere in asia si trovano quasi esclusivamente camere con valvole presta e quanto alle misure c’è una scarsissima selezione.

    -ci sono città o villaggi a portata di una giornata in bici o è prevedibile rimanere isolato per più giorni ?

    – epidemie , malattie endemiche ?

    – Sarà facile reperire acqua o è probabile dover essere autonomo per diverso tempo?

    -Per quanto tempo?

    -Ci sono fiumi o laghi nei tratti non abitati?

    -Possibile inquinamento chimico o ambientale?

    -Dovrò potabilizzabile l’acqua?

  8. Che meteo posso incontrare lungo il percorso?Farà caldo o freddo ?

    Prevedo pioggia?

  9. Sono previsti passaggi ad alte o altissime quote?
  10. Se necessario troverò dei farmaci con sufficiente facilità? E se si siamo sicuri che li vendano anche senza ricette?
  11. Desidero restare in contatto con chi resta a casa?Sarà possibile avere delle schede per il mio telefonino?( A Cuba ed in India ma anche in Australia tanto per fare degli esempi non è possibile comprare schede gsm per chi non è residente ) e se si che copertura gsm c’è?

    Nel caso negativo serve davvero un telefono satellitare o, per rassicurare i parenti a casa , può bastare un apparecchio tipo lo SPOT gen3 ?

    Ricordiamoci che in alcuni paesi il telefono satellitare è severamente vietato. In India si rischiano 10 anni di galera nel caso di un suo utilizzo!!!!

  12. Come siamo messi con la corrente elettrica?Posso ricaricare facilmente o meglio essere autonomo per macchina foto/gps/telefono?

Vediamo alcuni aspetti della programmazione. Si scrive programmazione ma si legge sicurezza.

E’ un concetto che è andato chiarendosi nella mente via via, mentre scrivevo queste righe.

Una corretta programmazione ci consente di evitare o almeno ridurre al minimo gli inconvenienti che possiamo incontrare durante un viaggio. Più un percorso è lungo maggiori sono statisticamente le possibilità di avere problemi. Questo in parte è vero ma non è proprio del tutto esatto . Italia- Capo Nord sono un po più di 4000 km. Samarcanda-Ulan Bator anche. Non si possono affrontare nello stesso modo. Nel primo possiamo aspettarci, al più, di forare qualche volta. Nel secondo dobbiamo affrontare tutta una serie di difficoltà, inconvenienti e imprevisti che potrebbero riempire intere pagine di testo.

Quindi con ordine

SOLO O IN COMPAGNIA

Fa una differenza enorme. Sia per quanto riguarda la sicurezza, il peso da portare e la velocità stessa del viaggio.

-Di tenda ne basta sempre una e così dicasi per il multi tools, lo smaglia catena, il tira raggi, il fornello a benzina,la pentola, il telefono, la macchina fotografica ( nel mio caso anche un drone!) e via dicendo.

Il peso si ripartisce. Anche il volume dei bagagli, preso per singoli pezzi, viene fortemente ridotto. La differenza può essere tale da passare al bikepacking invece che dover ricorrere alle tradizionali borse.

Nel mio ultimo viaggio in coppia abbiamo fatto un calcolo che ci si ripartivano quasi 8 kg. che viceversa sarebbero gravati su uno solo. Ricordiamoci che 1kg di carico richiedono circa 5 watt di energia in salita. Se non avete le gambe di Nibali la ripartizione sarà un prezioso aiuto.

-Sui piattoni o controvento darsi il cambio a fare l’andatura si risolve in una maggior velocità con minor impegno fisico. E a volte questo può fare la differenza anche solo nel chilometraggio da coprire ogni giorno.

-In caso di necessità uno può cercare aiuto mentre l’altro è costretto a fermarsi.

Va da sé che se non avete una grande esperienza il mio consiglio e di cominciare con viaggi in compagnia.

Unica accortezza…… scegliete bene il compagno. A buon intenditore poche parole.

TIPO DI PERCORSO RUOTE E PNEUMATICI.

E’ ciò che determina la scelta del/i pneumatici. In rete si trovano interi Link dedicati a questo argomento, per cui spendo poche parole .

-A meno che non abbiate scelto percorsi brevi o siate in paesi dove è facile trovare un pneumatico di riserva, non lesinate sulla robustezza . Meglio evitare copertoni con un numero di TPI elevato. La maggior leggerezza e scorrevolezza potrebbe pagare un tributo elevato all’esito della nostra avventura.

Un esempio lo trovate nel mio filmato sulla Carettera Austral (youtube) dove un componente del gruppo ha avuto gravi problemi e arrivare in fondo è stata una vera impresa.

Se si viaggia in coppia è molto meglio avere cerchioni che possano montare gli stessi copertoni. Anche nel mio viaggio lungo la via della seta un copertone è andato distrutto in modo irreparabile. E in questo caso era anche un copertone con basso numero di TPI.

-In alcuni paesi i ricambi sono poco reperibili a volte non lo sono del tutto o non sono compatibili.

Prendete in rete le opportune informazioni! Un copertone di scorta (minimo) è imperativo, o quanto meno saggio, specie se prevedete lunghi tratti di strada bianca che logorano parecchio .

Del tipo ripieghevole ovviamente, altrimenti stivarlo è una impresa. Magari anche uno che avete smontato da un precedente viaggio e che non sia troppo consunto.

Verificate anche il peso massimo sopportabile dai pneumatici. Le case serie, tipo la Schwalbe, lo dichiarano.

Tubeless o camera d’aria? Ia prima soluzione a me personalmente piace ma non sempre è conveniente. Se poi stallonate è impossibile, il più delle volte, riposizionare il pneumatico senza un compressore. Io porto sempre almeno una camera d’aria ( ma è davvero il minimo) con le pezze di riparazione. Meglio anche non lesinare sulla robustezza delle camere d’aria.

I cerchioni sono fondamentali e fin qui non si discute. Per cui:

Cerchi seri. Che non vuol dire necessariamente costosi, leggeri e performanti!

Le caratteristiche che ci interessano sono la robustezza e il numero di raggi. Secondo me 32 sono il numero giusto. Di più la ruota mi pare troppo elastica di meno non mi fiderei. Alcuni costruttori dichiarano anche il carico massimo tollerato. Diamoci un occhio al momento della scelta. La tensione dei raggi è un parametro spessissimo trascurato ed è un errore. Puo essere che la ruota sia centrata ma che la tensione dei raggi non vada bene, il che è pericoloso. Ho visto svariate volte dei cerchi collassare su se stessi e assumere una imbarazzante forma a 8. E a me personalmente è capitato due volte. Per inciso in entrambe le volte ero veramente con bagaglio ridottissimo e quindi leggero. Ogni cerchio è studiato per una certa tensione di raggi. Anche questo dato viene fornito dai costruttori seri. Non basta quindi che una ruota sia centrata occorre che i raggi siano tensionati in modo corretto. Esistono appositi strumenti per verificarlo, i tensiometri per raggi. Se non vogliamo controllare noi facciamolo fare da un meccanico di fiducia. Ma che sia veramente di fiducia!

Anche l’ eccessiva tensione non va bene. Il cerchio può creparsi. Anche questo mi è successo, e anche se il costruttore me lo ha gentilmente sostituito in garanzia, l’ eccessiva tensione lo aveva crepato proprio all’attacco del nipples . Tutti i nipples !

Quanto ai raggi io uso quelli da due mm. Qualche raggio di scorta pesa poco e ha ingombro praticamente nullo . Meglio portarlo. Durante un viaggio finora mi è capitata la rottura solo tre volte. Poco in confronto a quanto ho girato. Ma è un incidente sgradevole. Cambiarlo è facile anche dalla parte della cassetta senza dover tirare giù il pacco pignoni. Sul blog trovate il metodo cambiare il raggio in caso di rottura dalla parte dei pignoni.

I raggi della ruota posteriore hanno lunghezza differente per via della campanatura il che è molto più evidente se usate i freni tradizionali e non quelli a disco.

Tenetene conto al momento dell’acquisto. Alcuni cerchi ( mi vengono in mente gli American Classic) hanno invece la stessa lunghezza. Un fattore interessante.

Ultima accortezza. La pompa. In un viaggio prima o poi la dovrete usare. Per cui meglio che sia una cosa seria. Le micro pompe pesano poco ingombrano poco e servono a poco. Se per sfortuna bucate mentre piove e dovete passare mezz’ora a smanettare per buttare dentro 2 bar rimpiangerete una pompa seria che pesava 50 gr. In più. Personalmente uso una lezyne da strada lunga circa 30 cm. Fa il suo onesto lavoro. Inoltre ha un terminale elastico con manometro che aiuta parecchio.

E’ bello e utile avere le bombole di CO2 .

Però in aereo non si possono imbarcare e non in tutti i paesi si trovano.

TENDA E NOTTE.

Se prevedo di dormire sempre in tenda preferisco una soluzione non troppo minimale. Uso una MSR Hubba Hubba due posti. Ho sostituito la paleria in alluminio dopo anni di utilizzo con paleria in carbonio. Il tutto è leggero e poco ingombrante e mi consente di mettere all’interno il bagaglio o alla peggio se siamo in due , sotto il piccolo abside.

Si monta in fretta senza bisogno di picchetti perché auto-portante. Nei viaggi in cui preferisco alloggi differenti e quindi la tenda è una soluzione di ripiego o di emergenza, preferisco una north-face decisamente più minimale . Si entra solo carponi, non consente l’introduzione del bagaglio e si può stare solo sdraiati. Scomoda ma la più leggera e meno ingombrante che ho trovato. Unico difetto sono indispensabili i picchetti perchè non è auto portante. E’ un dettaglio da tenere presente perchè non è sempre possibile usare i picchetti, su alcuni terreni quasi impossibile. Non porto il martello! Basta una pietra o qualche cosa di analogo.

-Anche il materassino lo scelgo in base alla tipologia del viaggio. Se è un uso saltuario porto con me un Camp veramente basic. Leggerissimo e poco ingombrante. Ma scomodo per cui poco adatto se devo dormirci sopra per tutta la durata del viaggio. Inoltre delicato perchè in tessuto francamente leggero e fragile. Viceversa un Thermarest autogonfiabile che risulta un po più dimensionato e pesante ma francamente più comodo. Non amo i materassini avvolgibili tipo palestra perché, anche se leggeri, una volta avvolti risultano ingombranti . Inoltre non isolano abbastanza dal suolo rispetto ad un autogonfiabile ( l’aria è un ottimo isolante) e su terreno freddo o gelato non mi garbano.

-Sacco a pelo in base alle temperature previste. La temperatura di comfort e quella minima tollerabile vengono in genere riportati sulla confezione. Io ne ho tre che scelgo in base al viaggio. Cerco di stare scarso sulle temperature, perchè più un sacco a pelo è indicato per climi freddi più pesa. Però, dormendo vestito, si può aumentare di vari gradi la temperatura che si riesce a tollerare. In due persone la temperatura interna della tenda in genere è più elevata.

CUCINARE.

É davvero necessario? Questo è il primo quesito da risolvere.

Se è necessario e/o indispensabile io prediligo i fornelletti multi fuel. Belli quelli a gas e ad alcool.

Solo che questi combustibili non sempre sono reperibili. L’alcool si trova raramente. Inoltre ha uno scarso potere calorico rispetto alla benzina/petrolio . Il che vuol dire un numero maggiore di cc. per la bollitura dell’acqua e maggior peso da portarsi appresso. Il gas sarebbe meglio ma anche qui la reperibilità in molti paesi è insufficiente. La benzina si trova praticamente sempre. Però sporca gli ugelli di fuoriuscita per cui occorre controllarli spesso. In alta quota sopra i 3.000 metri può essere anche difficoltoso far funzionare il fornelletto a benzina. In molti paesi ho usato la legna che ho trovato lungo il percorso per fare un fuoco. In Canada è facile. Nei deserti è impossibile. In zone piovose se la legna è bagnata può essere un’impresa. Certo che il fuoco a legna quando fai il campo ha un suo fascino non indifferente…..

Io preferisco in ogni caso cibi da cucinare senza cottura. Li trovo più pratici e se posso contare su un approvvigionamento ogni qualche giorno io preferisco cosi sopratutto se sono da solo.

ELETTRICITA’-

Se abbiamo la necessita di caricare gps, telefonino, batterie fotocamere, e via dicendo il problema va affrontato con serietà.

Di norma nei paesi “civilizzati” basta un caricabatterie da parete , meglio se con più porte usb in uscita. Dico Usb perchè anche in questo caso è meglio che le nostre attrezzature siano uniformate quanto alla necessità del voltaggio. A volte , sopratutto per le macchine fotografiche , la ricarica richiede una tensione differente dai classici 5 volts dell’uscita usb. Però ci sono dei caricabatteria universali, tipo quelli della Patona, che risolvono il problema. L’entrata è 5 volts e poi ci pensa il caricabatteria a portare la tensione a quanto serve.

Basta verificare al momento dell’acquisto che esista questa caratteristica.

I caricabatteria da parete non hanno tutti lo stesso amperaggio in uscita. Bisogna controllarlo al momento dell’acquisto altrimenti in certi casi sono inutili. Sono da privilegiare quelli con almeno 2 mAh (Anker o simili) altrimenti alcuni telefoni e molti tablet non si riusciranno a ricaricare o alla meglio impiegheranno moltissimo tempo nel farlo.

Se la corrente elettrica non è facilmente a portata di mano ci sono svariate valide possibilità per ovviare.

Io uso una dinamo nel mozzo anteriore. Uscita 6 volts per 3 watt. Ovviamente questa tensione, cosi com’è, va bene solo per le luci. Occorre quindi qualche cosa che la renda disponibile alle nostra apparecchiature.

Esistono in commercio numerosi adattatori e quasi tutti richiedono l’utilizzo di una batteria tampona tra l’adattatore e la nostra apparecchiature. Alcuni invece ce l’anno gia inserita . Io uso l’e-werk ma ce ne sono tanti altri che portano la tensione in uscita ai necessari 5 volts da usb.

Il metodo funziona benissimo ma è abbastanza costoso. Va sostituito il mozzo anteriore e talvolta anche la lunghezza dei raggi della ruota che, ovviamente , deve essere ri-assemblata in toto e va aggiunte la batteria tampone.

Fortunatamente poi non ci si deve occupare piu’ di molto. Dopo 50.000 km la mia dinamo continua a funzionare bene e non mi ci sono mai occupato. Adesso sarà anche il caso che dia una occhiata ai cuscinetti. Qualche rumorino durtante l’ultimo viaggio mi dice che è meglio.

I pannelli solari non sono il massimo o forse è meglio dire che a me non piacciono e li trovo poco pratici. Se vogliamo una quantità sufficiente di energia devono essere di grandi dimensioni. Pesano. Sono ingombranti e costano se sono di buona qualità. Funzionano solo con il sole e il rendimento non è mai quello dichiarato dal costruttore a meno di non tenerli sempre perfettamente orientati. Il che viaggiando non è possibile. Di sera danno poco e di notte nulla. Li ho provati, usati e scartati da tempo.

Una bella soluzione, molto pratica è il battery bank. Una pila di riserva dove immagazzinare corrente. Ce ne sono tantissimi modelli e a costi ragionevoli. Sono anzi la soluzione più economica. Con 60 euro ne trovate alcuni con portata nominate 20.000 mAh. A 5 volts. Una montagna di energia con la quale ricaricare più e piu volte le nostra attrezzature. Sono una bella soluzione se abbiamo la possibilità di ricaricarli ogni 4/5 gg. Cioè quasi sempre. Si caricano SOLO con la corrente elettrica da rete. Scordatevi di caricarli con una dinamo. Dovreste pedalare per settimane. Per ricaricarli da rete, quando di grandi capacità, occorrono anche 7/8 ore. Molti hanno due uscite usb cosi si possono caricare più device contemporaneamente. Anche in questo caso va controllato l’amperaggio in uscita. Anker e Zendure, per citarne dua tra i piu popolari, hanno uscite con differenti amperaggi. Il che è molto utile.

Necessitano anche loro di un caricabatterie da parete adeguato e serio.

ACQUA.

La giusta idratazione non si discute, inoltre soffrire la sete è terribile. Anche qui le cose variano da paese a paese e sopratutto dalle distanze tra i centri abitati dove trovare l’acqua.

In molti casi può bastare la classica borraccia al telaio , in altri è necessario fare la giusta scorta e tenere ben presente dove e come rifornirsi. L’acqua purtroppo pesa, e pesa tanto.

Io cerco di pianificare bene il viaggio cercando di capire dove e come rifornirmi , dove ci sono centri abitati o anche laghi e fiumi. Google Earth è fantastico per questo scopo.

Se non possiamo contare sull’acqua potabile da rubinetto sono utilissime le pastiglie potabilizzatrici della katadyne. Attenzione che ne esistono di due tipi. UN TIPO SERVE PIU PER IL MANTENIMENTO DELLE CONDIZIONI DELL’ACQUA L’ALTRO HA UN FORTE POTERE Antibatterico. Se vogliamo essere sicuri vanno prese quelle forti che danno una miglior garanzia contro l’inquinamento batterico. Un filtro a pompa potrebbe servire per altri tipi di inquinamento , certo che è ulteriore peso e ingombro. Anche qui la zona è fondamentale per capire se portarlo con noi oppure meno.

E’ superfluo ricordare che al caldo si ha una maggior necessità di introdurre liquidi . A seconda dei casi io mi attrezzo con due portaborracce del tipo dove poter inserire bottiglie da 1,5 litri. In aggiunta indosso una camel bag. Non mi fa impazzire l’idea del carico sulla schiena ma da alcuni viaggi mi porto dietro un drone e ho trovato che la soluzione per ora migliore è proprio quella ancorarlo alla camel bag, per cui va bene cosi.

Se proprio ho dei dubbi fisso un’ altra bottiglia o due d’acqua al portapacchi. So che ai puristi del bikepacking il portapacchi non piace, ma io lo trovo sempre utilissimo e lo porto sempre. Uso un tubus in titanio e di certo 250 gr. in più non mi danno noia. In compenso mi è quasi sempre tornato utile.

TOOLS

A me sono sempre bastati un multi tools, uno smaglia catena, un tira raggi della giusta dimensione per i miei nipples, un flacone di olio per catena,qualche maglia da catena, un classico coltellino svizzero e le pezze da riparazione oltre agli atrezzi per tirare giù i copertoni. Due parole su questi ultimi. Comprateli seri e di qualità. Quelli leggeri si rompono facilmente. Fino ad ora non ho sentito la necessita di avere altro. Metto tutto un una borraccia apposita che fisso sotto il tubo obliquo del telaio con l’aggiunta di un paio di elastici di qualità per evitare che possa saltare via senza che me ne renda conto.

DA ULTIMO. considerazioni sullo Spot Gen3

Questo apparecchiato è un interessante accessorio che mi porto dietro da qualche viaggio. In sostanza aggancia i satelliti gps e trasmette via satellite sia la nostra posizione sia una serie di messaggi a scelta. 4 per la precisione. per il funzionamento vi rimando alla pagina. sembrerebbe la panacea di tutti i mali in termini di sicurezza però…..

Le mie osservazioni sono il frutto di 6 viaggi in cui mi sono portato dietro lo Spot Gen3

la copertura non è globale. In Patagonia ad esempio non funziona sotto una certa latitudine. Anche qui i dettagli li trovate sul sito. La frequenza con cui invia la posizione è selezionatile, però spesso ci sono dei buchi in cui, non so spiegare il motivo, questa opzione non funziona. A volte anche per ore.

I messaggi non sempre partono e arrivano. diciamo che piu o meno l’80% dei messaggi va a buon fine. Se avete una moglie apprensiva e non le arriva il messaggio che in genere mandate la sera a fine tappa può essere sgradevole. Quello che però non so, non avendolo mai testato, è se questo può capitare anche con i messaggi di soccorso predisposti per essere inviati dall’apparecchio. E sarebbe MOLTO importante saperlo. Ci vorrebbe la riprova che il messaggio è partito e arrivato. Perchè, se aspettate dei soccorsi, è fondamentale sapere se la richiesta è andate a buon fine, visto che questo determina il nostro comportamento successivo. Cerco di arrangiarmi o aspetto?  Purtroppo l’apparecchio non prevede questa opzione di conferma dell’invio e della ricezione del messaggio.

Sarebbe anche utile poter selezionare almeno due o tre richieste di soccorso differenti. Perché una gamba rotta è diversa da una rapina a mano armata o un sequestro. Mandare un ambulanza in questi casi serve a pochino. Speriamo in future migliorie. E’ un inizio, meglio che niente, ma decisamente migliorabile se dobbiamo davvero affidare la nostra sicurezza al suo utilizzo. Per inciso ho provato ad interpellarli molti mesi fa….. per ora nessun riscontro.

 

Informazioni su sergioborroni

medico per professione viaggiatore per diletto
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10 risposte a Come organizzarsi per un cicloviaggio

  1. Lorusso Cataldo (Aldo) ha detto:

    ..bella sintesi del Borroni pensiero,mille grazie

  2. Giovanni ha detto:

    Sergio, vedendo i tuoi video mi chiedo sempre e con i cani che ti rincorrono come fai?
    Qui in Italia mi capita spesso di essere inseguito, soprattutto perchè prediligo strade poco trafficate. Una vera rogna se il cane è di grosse dimensioni.

  3. Davide ha detto:

    Grazie per questo tuo post, Sergio.
    L’ho trovato davvero utile e ricco di spunti e consigli per organizzarmi ed ottimizzare al meglio il mio prossimo cicloviaggio, soprattutto la parte dedicata all’ elettricità e come poter ricaricare cellululari e aggeggi tecnologici vari.
    Il mio blog se vuoi dargli un’occhio è http://davide.tommasin.org 🙂

  4. Ernesto cavalli ha detto:

    heila’ mister sergio, lasciamo alla storia i vari complimenti e veniamo al sodo. sono un piccolo cicloviaggiatore in pensione con la voglia di fare qualche viaggetto. In giro per l’europa qualcosina ho fatto e vorrei capire come si fa a spedire la bici. Il problema che ho e spedire la bici in aereo e poi finito il viaggio rispedire la bici a casa. Ti sarai messo a ridere ma pazienza. Mi puoi dare qualche drizza, indicazione?
    Ti ringrazio di dedicarmi attenzione . Un saluto ammirato e buone pedalate
    ciao ernesto

    • sergioborroni ha detto:

      duplice opzione
      1) mi telefoni e facciamo una lunga chiaccherata
      2) aspetti un paio di settimane che sia pronto il video sull’argomento 🙂
      a tuo insindacabile giudizio .
      Quanto al ridere non lo farei mai. ci mancherebbe altro. anzi,ben lieto se posso aiutare la causa. un saluto . sergio

  5. sonia ha detto:

    “… E’ bello e utile avere le bombole di CO2 .
    Però in aereo non si possono imbarcare e …”

    Nei voli europei e non, le ho sempre imbarcate nella stiva con la bici.
    Non so. Che non se ne siano accorti?

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