Partenza e arrivo a Lubumbashi
Anche il CONI sezione di Milano, nella figura dell’allora presidente Massimo Moratti, si adopera per aiutarci, anche se purtroppo i tentativi di avere contatti con le autorità sportive dello Zaire resteranno vani.
Al momento della partenza il nostro gruppo sportivo, il Circolo Kayak Canoa di Milano, organizza anche una conferenza stampa e finiamo cosi sulle pagine sportive di numerosi quotidiani. Cito il fatto solo perché questo influenzerà parecchio le nostre future decisioni…. in peggio ovviamente.
Partiamo da Milano verso metà Luglio.
Atterriamo a Lubumbashi fiduciosi e speranzosi. La prima doccia fredda, anzi gelata, l’abbiamo quasi subito.
Cerchiamo un alloggio per la notte in attesa di sdoganare la canoa spedita qualche giorno prima.
La signora che gestisce la pensione, una belga di generose proporzioni, incuriosita ci chiede cosa facciamo in Zaire. Le rispondiamo serafici che abbiamo intenzione di scendere in canoa il fiume. Ricordo ancora la sua faccia e le parole che ci disse “ siete già morti!”
Forse non ho sputato nel piatto ma di sicuro mi devo essere toccato le parti basse. Ci chiede se non abbiamo saputo cosa è successo alla spedizione di Philippe de Dieuleveult giusto l’anno prima.
Al nostro sguardo interrogativo si siede e ci comunica amabilmente che la spedizione è sparita in prossimità delle rapide di Inga e che ormai si dà per scontato che siano tutti morti ! Erano cinque persone a bordo di un gommone.
Le notizie che ci fornisce in seguito sono confuse, parla di responsabilità dei guerriglieri Angolani o forse delle di truppe di Mobutu, nulla è sicuro tranne ovviamente la loro scomparsa.
Noi non sapevamo nulla , io non leggo giornali francesi , la notizia non è arrivata in Italia e Internet era di la da venire. Sento la schiena gelata e guardo Riccardo che è preoccupato almeno quanto il sottoscritto. Non dormo la notte pensando a cosa fare. Va da sé che la cosa più saggia sarebbe stata quella di prendere di tutta fretta l’aereo e tornare ai nostri lidi. Anzi probabilmente la sola cosa da fare! Ma non l’abbiamo fatta.
Ci viene così la brillante idea di rivolgerci al locale consolato italiano, nella speranza di avere maggiori informazioni e magari anche un aiutino. Una delle poche cose intelligenti che abbiamo fatto. Per dovere d’informazione aggiungo che le poche volte in vita mia in cui, per necessità, mi sono rivolto a Consolati o Ambasciate italiane all’estero ho sempre avuto una assistenza e una cordialità ineccepibili.
Console e segretario ascoltano pazientemente il nostro progetto lamentandosi, giustamente, di non essere stati informati per tempo. Avrebbero cosi avuto modo di evitarci il disturbo di arrivare fin li per sentirci dire che eravamo degli sconsiderati e che il progetto non era fattibile. ( i termini usati nell’occasione non furono proprio questi……)
Per intanto, molto gentilmente ci trovano un alloggio presso la guest house della SADELMI , una grossa società italiana che lavora in Zaire e che possiede una sede in città. Per lo meno non ci sveniamo in albergo :-). Siamo davvero frastornati, ma è pur vero che siamo i soli responsabili per esserci messi in questa situazione. La domanda che continuiamo a porci è una sola ….. e adesso?
la sede della SADELMI a Lubumbashi
bonjour, moi c,est mireille je suis a la recherche de mon pere biologique MARCO. Il fut l’un des d irecteurs a la sadelmi cogepi.Dans les annees 1981-1982.au Zaire a Likasi. merci pour votre aide.
Je ne sais pas vraiment comment vous aider .
Je ne connaissais personne de ce nom, pendant mon séjour en Afrique, qui a travaillé à Sadelmi . Je suis vraiment désolé